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La carta cattiva

Quinta testimonianza di una donna che ha lavorato in Cartiera. Questa, però, è per me molto speciale.

Qualche tempo dopo la presentazione del progetto a Foggia la collega e amica Cinzia Pellegrini  mi racconta di aver conosciuto una signora molto anziana che ha lavorato al Poligrafico. Così lo scorso 10 maggio Cinzia mi accompagna a casa di Elena, novantacinque anni portati con grinta. Non è una vera e propria intervista come ho potuto fare con le altre lavoratrici, ma i ricordi di Elena legati a quel periodo sono nitidi e restituiscono uno spaccato interessante. Del tempo trascorso a casa di Elena ricorderò sempre i suoi occhi chiari che si illuminano quando, in un misto di italiano e dialetto, mi racconta i suoi ricordi. Come se sgranando gli occhi, Elena volesse aggiungere valore al suo racconto.

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L’odore che hai addosso

Questa, invece, è la trascrizione di una intervista registrata la mattina del 3 novembre 2012 a Foggia. L’ex lavoratrice è una collega di quella intervistata qualche giorno prima, quindi alcuni ricordi si intrecciano, alcuni particolari della vita di fabbrica ritornano.
L’intervista sembrava essere finita dopo appena venticinque minuti, ma non volevo arrendermi. Così ho insistito sul rapporto con le anziane, quelle che erano entrate nel dopoguerra, probabilmente alcune delle donne di cui porta notizia l’elenco ritrovato nell’Archivio di Stato.

Ho lavorato dal 1972 al 2007, 36 anni.
Prima ho lavorato come segretaria in un negozio. Sono diplomata, ma al Poligrafico mi sono fermata nei reparti perché si era formato un gruppo e non ho pensato a concorsi interni. Mi piaceva quel lavoro. Sono rimasta sempre a lavorare la carta.

Ho una vita lavorativa un po’ movimentata perché ho girato quattro reparti: sono stata 20 anni al reparto carte valori, ed era quello il lavoro che mi piaceva tantissimo fare; poi sono stata alla grafica, era stato aperto un nuovo reparto, ma è durato 10 anni. Hanno scelto alcune di noi più preparate, ma poi dopo dieci anni il reparto ha chiuso. Gli altri 16 li ho trascorsi alle targhe, quindi un lavoro completamente diverso dalla carta. Tutto sommato è stata un’esperienza buona anche perché sono io portata, non trovo difficoltà, mi ambiento e lavoro bene. Non lo dico io. Sono stata gratificata in questo. Ho sempre avuto un buon rapporto con i colleghi e con i superiori.
Era un ambiente prevalentemente maschile. Io ho lavorato quattro anni sola, come donna.
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