Quella che segue è la trascrizione di un’intervista che ho realizzato il pomeriggio del 31 ottobre 2012 a Foggia. Piove a dirotto.
E’ la prima intervista che realizzo per questo progetto. Sono abbastanza emozionata, ma ben presto, parlando con la mia interlocutrice, l’emozione passa.
Quando finiamo, dopo più di un’ora, la donna mi mostra alcune foto scattate sul lavoro: feste di pensionamento, lei ed una sua collega alla scrivania e molte altre.
C’è, però, un passaggio della chiacchierata che avevo dimenticato e che, quando ho trascritto il colloquio, mi ha fatto capire che eravamo entrate in sintonia. Verso la fine mi dice: “Mi hai fatto fare un tuffo nel passato”.
Ho 67 anni. Ho lavorato 36 anni, dal 1962 al 1999.
Sono stata assunta come operaia, poi dopo un anno e mezzo ho fatto un concorso interno. Servivano delle dattilografe e fu bandito un concorso interno al quale partecipai, quindi sono passata in ufficio.
E’ stato il mio primo lavoro. Avevo sedici anni, avevo finito la scuola media e avevo fatto un corso di dattilografia. Mi trovai a fare la domanda perché una mia amica, con la quale avevo già lavorato in un deposito come impiegata, mi disse che c’era un concorso in cartiera. Lei, essendo figlia di dipendente, non poteva fare la domanda, perché all’epoca chi era figlia di dipendente non poteva fare la domanda, ma io che non avevo nessuno potevo farlo.
La direzione del personale mi rispose che non poteva prendere in considerazione la mia domanda perché non avevo ancora compiuto i sedici anni. Tutto questo avveniva ad agosto, poi a settembre ho compiuto gli anni e mi hanno mandato a chiamare, senza rifare la domanda. Fui assunta subito.
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