Author Archives: Mara Cinquepalmi

Giornalista professionista freelance, mi occupo di datajournalism e questioni di genere.

Viadelmareracconta alla Conferenza nazionale di Public History

La storia delle lavoratrici della Cartiera di Foggia approda a “Invito alla storia”, terza Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Public History in programma da lunedì 24 giugno all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Santa Maria Capua Vetere e Caserta (qui il programma dell’evento: https://aiph.hypotheses.org/7626).

Viadelmareracconta sarà presentato lunedì 24 giugno nel panel “Storia online” coordinato da Roberto Delle Donne (Università degli Studi di Napoli Federico II).

Donne di carta premiato a Roma

“Dai fascicoli conservati all’Archivio di Foggia, l’autrice, giornalista, scopre l’emozione di maneggiare le vite reali dei protagonisti attraverso una documentazione d’epoca”. Così Beatrice Pisa della giuria del premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne” scrive del libro “Donne di carta. Il Poligrafico nei documenti dell’Archivio di Stato di Foggia e nei ricordi delle lavoratrici”.
Il libro  ha ricevuto il secondo premio ex aequo nella sezione saggistica. La cerimonia di premiazione si è tenuta nella Casa internazionale delle donne di Roma, luogo simbolo della storia delle donne nel nostro Paese, l’1 dicembre 2018.
Il premio nasce nel 2000, su proposta di Maria Paola Fiorensoli e di Fiorenza Taricone e vive grazie all’impegno culturale e nelle politiche delle donne dell’Associazione “Il Paese delle donne” – editrice delle testate paesedelledonne-online-rivista e de Il Foglio de il Paese delle donne – e dell’Associazione “Donna e Poesia”.
In questi diciannove anni sono state premiate più di un centinaio di donne, di ogni età, provenienza e sapere, unite dall’originalità del soggetto, dal suo approfondimento, dal talento espositivo, dalla buona scrittura, dall’uso non sessista del linguaggio.

Donne di carta

Ora questo progetto web è diventato un libro.

Si chiama “Donne di carta. Il Poligrafico nei documenti dell’Archivio di Stato di Foggia e nei ricordi delle lavoratrici“, edito da Il Castello edizioni e con la prefazione di Linda Giuva, docente di Archivistica – Università La Sapienza.

Il libro prende le mosse dal progetto web, amplia la ricostruzione storica del periodo 1943-1948 documentato da un fascicolo inedito dell’Archivio di Stato di Foggia grazie anche ad articoli di giornale e atti parlamentari e ripercorre le tappe di un innovativo sistema di welfare industriale attraverso le voci delle lavoratrici.

Il libro è disponibile anche sul sito e-commerce della casa editrice.

La carta cattiva

Quinta testimonianza di una donna che ha lavorato in Cartiera. Questa, però, è per me molto speciale.

Qualche tempo dopo la presentazione del progetto a Foggia la collega e amica Cinzia Pellegrini  mi racconta di aver conosciuto una signora molto anziana che ha lavorato al Poligrafico. Così lo scorso 10 maggio Cinzia mi accompagna a casa di Elena, novantacinque anni portati con grinta. Non è una vera e propria intervista come ho potuto fare con le altre lavoratrici, ma i ricordi di Elena legati a quel periodo sono nitidi e restituiscono uno spaccato interessante. Del tempo trascorso a casa di Elena ricorderò sempre i suoi occhi chiari che si illuminano quando, in un misto di italiano e dialetto, mi racconta i suoi ricordi. Come se sgranando gli occhi, Elena volesse aggiungere valore al suo racconto.

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Casi particolarmente pietosi di elementi femminili

Il titolo di questo post si riferisce ad una delle situazioni che il direttore generale Tatafiore elenca in una lettera al Prefetto datata 12 settembre 1945. Il documento è successivo, di qualche mese, alla memoria che il commissario Momigliano scriveva nell’aprile di quell’anno al prefetto Palamara.

Questa lettera è interessante perché restituisce uno spaccato della situazione della Cartiera in un momento storico molto delicato e, in particolare, delle donne che lavoravano.

L’ultimo paragrafo della lettera si intitola “Casi particolarmente pietosi di elementi femminili“. Questa è la trascrizione del paragrafo (ma i grassetti sono miei) così come compare nell’originale conservato nell’Archivio di Stato:

Come da disposizioni impartite da Vs/Eccellenza, questa Direzione nulla ha da obiettare alla decisione presa di investire il Comitato appositamente nominato, del compito di procedere ad una revisione degli elementi femminili attualmente in servizio, per la eventuale sostituzione di alcuni elementi con casi particolarmente pietosi (vedove con forti carichi familiari ecc.) Facevamo presente e confermiamo che, se fatto gradualmente, e per un numero limitato, la lavorazione potrà non risentire gravi conseguenze dal fatto che elementi pratici siano sostituiti da elementi non pratici. Comunque, non si può a meno di segnalare che il ns/Stabilimento aveva in servizio, prima della guerra, quasi 700 donne e che oggi ne ha solamente 130, nè è da prevedere possibili allargamenti in questo campo dato i limitati compiti che esse possono svolgere ed i criteri restrittivi ai quali bisogna attenersi in merito alle assunzioni di personale femminile. Ne consegue che fra le 500 e più donne, già ns/ lavoranti, ed oggi senza lavoro, vi sono casi non meno pietosi di quelli segnalati e riteniamo che sia doveroso dare a queste una certa precedenza.

E’ superfluo aggiungere che la responsabilità di allontanamenti dal lavoro per sostituzioni non può accollarsela questa Direzione ma solo il Comitato preposto a tal compito.

Grati all’Eccellenza Vostra per l’interessamento che porta alla soluzione dei problemi di questa industria, ci professiamo con osservanza.

1945, una memoria del commissario Momigliano

Nel fascicolo conservato nell’Archivio di Stato di Foggia c’è una memoria che il commissario straordinario Momigliano redige per il prefetto Palamara nell’aprile 1945 sulla situazione dello Stabilimento.

In quel periodo la preoccupazione maggiore riguarda la presenza di ex fascisti tra i lavoratori, ma anche il perdurare dell’occupazione della fabbrica da parte degli Alleati. Delle tre pagine dattiloscritte riporto alcuni brani ed evidenzio in grassetto le parti che considero di particolare interesse.

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La fabbrica di carta

La mia ricerca archivistica inizia nel settembre 2012 con una richiesta all’ufficio stampa dell’Ipzs che, dopo alcune telefonate ed e-mail, mi invita a rivolgermi all’Archivio Centrale di Stato o a quello di Foggia. L’Archivio Centrale, pochi giorni dopo la mia richiesta, mi comunica che: “presso l’Archivio centrale dello Stato non è stato effettuato nessun versamento di documentazione inerente al Poligrafico”. A questo punto decido di contattare l’Archivio di Foggia. Dopo una prima telefonata durante la quale mi dicono che non risultano documenti sulla Cartiera, dopo pochi giorni il direttore Iazzetti mi informa via mail che “è stato rinvenuto un elenco del personale in servizio nel Poligrafico nell’anno 1946”.

Nel giro di qualche settimana organizzo la mia prima visita a Foggia ed il 31 ottobre 2012 sono nelle sale di via XX Settembre, dove tornerò altre due volte.

L’Archivio di Stato di Foggia conserva soltanto un fascicolo di carte sulla Cartiera. Si tratta del Fascicolo 7/3 – Prefettura Gabinetto b.41 f.7/3. Quella che segue è la descrizione di quanto contenuto nel fascicolo.
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