Monthly Archives: maggio 2014

La carta cattiva

Quinta testimonianza di una donna che ha lavorato in Cartiera. Questa, però, è per me molto speciale.

Qualche tempo dopo la presentazione del progetto a Foggia la collega e amica Cinzia Pellegrini  mi racconta di aver conosciuto una signora molto anziana che ha lavorato al Poligrafico. Così lo scorso 10 maggio Cinzia mi accompagna a casa di Elena, novantacinque anni portati con grinta. Non è una vera e propria intervista come ho potuto fare con le altre lavoratrici, ma i ricordi di Elena legati a quel periodo sono nitidi e restituiscono uno spaccato interessante. Del tempo trascorso a casa di Elena ricorderò sempre i suoi occhi chiari che si illuminano quando, in un misto di italiano e dialetto, mi racconta i suoi ricordi. Come se sgranando gli occhi, Elena volesse aggiungere valore al suo racconto.

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Casi particolarmente pietosi di elementi femminili

Il titolo di questo post si riferisce ad una delle situazioni che il direttore generale Tatafiore elenca in una lettera al Prefetto datata 12 settembre 1945. Il documento è successivo, di qualche mese, alla memoria che il commissario Momigliano scriveva nell’aprile di quell’anno al prefetto Palamara.

Questa lettera è interessante perché restituisce uno spaccato della situazione della Cartiera in un momento storico molto delicato e, in particolare, delle donne che lavoravano.

L’ultimo paragrafo della lettera si intitola “Casi particolarmente pietosi di elementi femminili“. Questa è la trascrizione del paragrafo (ma i grassetti sono miei) così come compare nell’originale conservato nell’Archivio di Stato:

Come da disposizioni impartite da Vs/Eccellenza, questa Direzione nulla ha da obiettare alla decisione presa di investire il Comitato appositamente nominato, del compito di procedere ad una revisione degli elementi femminili attualmente in servizio, per la eventuale sostituzione di alcuni elementi con casi particolarmente pietosi (vedove con forti carichi familiari ecc.) Facevamo presente e confermiamo che, se fatto gradualmente, e per un numero limitato, la lavorazione potrà non risentire gravi conseguenze dal fatto che elementi pratici siano sostituiti da elementi non pratici. Comunque, non si può a meno di segnalare che il ns/Stabilimento aveva in servizio, prima della guerra, quasi 700 donne e che oggi ne ha solamente 130, nè è da prevedere possibili allargamenti in questo campo dato i limitati compiti che esse possono svolgere ed i criteri restrittivi ai quali bisogna attenersi in merito alle assunzioni di personale femminile. Ne consegue che fra le 500 e più donne, già ns/ lavoranti, ed oggi senza lavoro, vi sono casi non meno pietosi di quelli segnalati e riteniamo che sia doveroso dare a queste una certa precedenza.

E’ superfluo aggiungere che la responsabilità di allontanamenti dal lavoro per sostituzioni non può accollarsela questa Direzione ma solo il Comitato preposto a tal compito.

Grati all’Eccellenza Vostra per l’interessamento che porta alla soluzione dei problemi di questa industria, ci professiamo con osservanza.